Coronavirus nella fase 2: sanificazioni, a farle non possono essere tutti

Fake news ed interventi inefficaci, rischiano di vanificare la necessità di sanificazioni e dei dispositivi di sicurezza. Sul punto è intervenuto Ordine dei Chimici e Fisici.

Durante la prima fase della gestione dell’emergenza COVID-19 un ruolo fondamentale è stato svolto da tutte le professioni sanitarie, ma in particolar modo da medici e infermieri. Nella cosiddetta fase 2, che prevede la graduale riapertura di tutte le attività produttive e commerciali per un ritorno alla normalità, anche la professione del chimico e del fisico assume un rilievo fondamentale, soprattutto nell’ambito delle norme che attuano le misure precauzionali e di contrasto alla diffusione del contagio negli ambienti di lavoro. Le attività che sono pronte per essere riavviate necessitano di competenze specialistiche in ambito sanitario, analitico ed ambientale.

“Interventi – ha detto Rossella Fasulo segretaria dell’Ordine Regionale Chimici e Fisici – che non possono essere lasciati al caso o in mani inesperte. Al riguardo è opportuno sottolineare che negli ultimi giorni le intossicazioni da prodotti chimici disinfettanti sono notevolmente aumentate. Il chimico e il fisico sono professionisti sanitari da coinvolgere nella gestione delle misure di prevenzione da adottare in ambiente di lavoro e di vita per non andare incontro a incidenti di percorso”. I protocolli di sicurezza sanitaria prevedono interventi di pulizia e sanificazione dei locali e particolari precauzioni igieniche che richiedono l’uso di prodotti chimici, di mezzi fisici e la gestione dei DPI (Dispositivi Protezione Individuali).

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