Sportswashing, cos’è e che impatto ha sull’ambiente

In questo articolo vedremo tutto ciò che c’è da sapere sulla pratica dello sportswashing e sull’impatto che ha sull’ambiente

Probabilmente chi non è ben informato o chi non lavora in questo settore non ha mai fatto caso a un fenomeno che sta prendendo sempre più piede nel mondo dello sport. In un periodo caratterizzato da eventi sportivi molto importanti, come quello dei Giochi Olimpici, o dagli Europei di calcio, o ancora da Wimbledon e molte altre manifestazioni sportive che ci hanno occupato il tempo nel corso dell’estate, quasi nessuno avrà fatto caso a quali aziende sponsorizzano squadre o giocatori. Nel mondo dello sport, però, si sta verificando un fenomeno preoccupante, determinato dal sempre più concreto interesse di industrie petrolifere e del gas, responsabili di gran parte dell’inquinamento odierno, ma che in pochi cercano di contrastare. Ecco, quindi, che cos’è lo sportswashing.

Tutto ciò che c’è da sapere a proposito dello sportswashing

Le grandi compagnie del petrolio e del gas investono 5,6 miliardi di dollari nello sport globale attraverso 205 contratti di sponsorizzazione, secondo un rapporto pubblicato dal New Weather Institute. Lo studio, intitolato “Dirty money: how fossil fuel company sponsorships pollute sport“, critica il fenomeno del cosiddetto “sportswashing“. Tra gli sport più finanziati figurano il calcio, gli sport motoristici, il rugby e il golf, con sponsor come Aramco (1,3 miliardi di dollari), Ineos (777 milioni), Shell (470 milioni) e TotalEnergies (340 milioni).

Gli autori del rapporto, diffuso nel contesto di un’estate 2024 che è stata la più calda mai registrata, evidenziano il crescente coinvolgimento degli Stati petroliferi del Medio Oriente nel sostegno economico allo sport. Per elaborare lo studio, sono stati analizzati gli accordi siglati da aziende legate ai combustibili fossili, considerate tra le principali responsabili delle emissioni di gas serra. Sono stati individuati 205 accordi di sponsorizzazione, ma solo 41 di essi riportano i dettagli finanziari. Per compensare la carenza di dati, gli autori hanno utilizzato stime basate su contratti comparabili in settori simili, come l’elettronica, l’alcol e i trasporti, attingendo al database di SportBusiness e altre fonti pubbliche.

Industrie petrolifere nel mondo dello sport
Industrie petrolifere nel mondo dello sport | Pixabay @nielubieklonu – iReporters

Il rapporto sottolinea come lo sport sia ormai sotto scrutinio da parte dell’opinione pubblica, delle istituzioni e degli stessi atleti per quanto riguarda il suo impatto sul cambiamento climatico. Nel 2023, ad esempio, TotalEnergies, sponsor della Coppa del Mondo di Rugby, ha mantenuto un profilo basso nelle aree dedicate ai tifosi a Parigi. Già nel 2019, la società aveva ritirato la sponsorizzazione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, in seguito a una lettera del sindaco Anne Hidalgo indirizzata al Comitato Organizzatore.

Andrew Simms, co-direttore del New Weather Institute, ha dichiarato in un comunicato che “l’inquinamento da combustibili fossili e le condizioni climatiche estreme minacciano il futuro degli atleti, dei tifosi e degli eventi, dalle Olimpiadi invernali ai Mondiali di calcio”. “Se lo sport desidera un futuro sostenibile – ha concluso Simms – deve prendere le distanze dai fondi derivanti dai grandi inquinatori e smettere di promuovere la propria rovina”.

Le dichiarazioni degli atleti dediti alla causa

È deprimente constatare che il calcio occupa il primo posto nella classifica delle sponsorizzazioni legate ai combustibili fossili”, afferma Craig Foster, ex capitano della nazionale di calcio australiana. “Per troppo tempo si è evitato di affrontare le difficili questioni riguardanti gli sponsor nel settore petrolifero e del gas, che stanno compromettendo il nostro futuro e quello dello sport”.

Anche Morten Thorsby, calciatore del Genoa e della nazionale norvegese, si allinea alle critiche: “È contraddittorio che queste aziende petrolifere e del gas investano miliardi per sostenere lo sport, mentre al contempo stanno danneggiando il futuro dello sport stesso e quello dei giovani atleti a causa del cambiamento climatico”.

L’appello degli esperti

Le compagnie petrolifere stanno adottando le stesse strategie utilizzate in passato da Big Tobacco, cercando di presentarsi come sostenitrici dello sport”, afferma Andrew Simms, co-direttore del New Weather Institute. “Tuttavia, l’inquinamento causato dai combustibili fossili e le condizioni climatiche sempre più estreme, dovute al riscaldamento globale, mettono a rischio il futuro degli atleti, dei tifosi e degli eventi sportivi”.

Il rapporto sottolinea inoltre che gli investimenti in più rapida crescita provengono dai paesi produttori di petrolio del Medio Oriente, evidenziando un intreccio sempre più stretto tra lo sport e gli interessi geopolitici.

Il documento del New Weather Institute è stato pubblicato pochi giorni prima del Summit sul Futuro delle Nazioni Unite, previsto per il 22 e 23 settembre, durante il quale il Segretario Generale António Guterres farà appello agli sponsor affinché interrompano le collaborazioni con l’industria petrolifera e del gas.

Questo appello alla responsabilità coinvolge tutti: dalle organizzazioni sportive agli atleti e ai tifosi. Lo sport ha la capacità di ispirare e unire miliardi di persone nel mondo. Ora più che mai, è cruciale che questo potere venga utilizzato per promuovere un futuro sostenibile, libero dalla dipendenza dai combustibili fossili.