Come si saluta all’estero per non sbagliare? Meglio conoscere il modo giusto di salutare altrimenti ci si può imbattere in problemi.
Paese che vai, abitudini che trovi: le forme di saluto non sono universali. Quel che significa un gesto da noi può assumere tutto un altro significato o non averne affatto in un’altra parte del mondo.
I modi di salutare infatti variano da Paese a Paese e ci sono gesti che possono sorprendere la nostra cultura così come avviene per altri riguardo quelli che noi consideriamo normali e scontati. Non c’è solo la parola per salutare: anche noi in Italia spesso accompagniamo il saluto da un gesto come il bacio o il semplice appoggiare la guancia su quella dell’altro da una parte e dall’altra. Sono davvero tante le forme di saluto nel mondo ed è interessante conoscerle anche per sapere come comportarsi se si va in una località o in un’altra.
Le forme di saluto nel mondo: i gesti che a noi sembrano strani
Sicuramente a noi può sembrare molto strano, ma è risaputo che in Giappone il modo di salutarsi è completamente differente dal nostro. Non c’è nessuna stretta di mano, se non per chi ha ormai acquisito modalità internazionali, come può avvenire nel campo degli affari. Il giapponese tipico saluta con un inchino.
Si chiama “rei” ed è considerato un obbligo sociale più che una semplice forma di rispetto. In base alla situazione l’inchino può avere diverse declinazioni in base al rapporto di informalità e alla scala sociale. Se si va in Tibet si può trovare chi saluta mostrando la lingua. Ciò che a noi sembra una follia in realtà è per loro segno di rispetto. Gesto legato alla religione che vi si pratica lì mostrare la lingua sta ad indicare di non essere la reincarnazione di un personaggio cattivo, il sovrano Lang Darma, famoso per avere la lingua nera.
In Thailandia il saluto è il “Wai” che vuol essere un dare il benvenuto, ma anche una forma di rispetto. Lo si fa congiungendo le mani verso il petto, il mento o la fronte. La posizione indica la differenza sociale o l’età della persona a cui ci si rivolge. In India viene data una sorta di benedizione al posto del saluto: chinando il capo vien detto “namastè”. Nella più vicina Francia c’è l’abitudine di dare 3 baci sulla guancia invece che i nostri soliti 2. In Kenya per salutare c’è la gara del benvenuto e consiste in un sistema di salti.
Per salutare in Malesia si toccano le dita dell’interlocutore con i palmi delle mani per poi portare queste verso il cuore. Dietro ad ogni forma di saluto ovviamente c’è tutta la cultura e molto della visione della vita di chi abita quel luogo. Forme da scoprire ed eventualmente adeguarsi.