Da Sergio Serraino, operatore sociale e coordinatore del progetto Emergency, un’attenta analisi su Castel Volturno e sulla sua popolazione migrante che è alla terza generazione e che chiede dunque nuovi approcci e nuove soluzioni. Il paese, va aiutato nella sua interezza facendo fronte a tutti i disservizi che qui si sperimentano quotidianamente.
di Tina Cioffo
“Castel Volturno non è Foggia e non è Rosarno. Qui, i migranti sono alla terza generazione, trovi bambini e anche nonni dello stesso nucleo familiare e allora l’approccio risolutivo non può riguardare solo lo sfruttamento lavorativo. Pur partendo da progetti contro il caporalato, bisogna andare oltre. Come ambulatorio Emergency, sul territorio dal 2013 con il nostro ambulatorio, prima mobile e poi stabile, abbiamo incontrato circa 70mila persone e sappiamo bene quali sono i bisogni di questo paese. Circa la metà della popolazione di Castel Volturno è costituita da cittadini stranieri, soprattutto ghanesi e nigeriani, le due grosse comunità presenti nella zona. Spero che il giorno in cui smetteremo di parlare di noi e di loro arrivi presto e che il muro di plastica trasparente che separa la popolazione a metà, possa finalmente crollare. È oramai chiaro, per chi la vive, che è una città multietnica e come tale va trattata, non è un ghetto”.
L’analisi è di Sergio Serraino, operatore sociale e coordinatore del progetto Emergency a Castel Volturno. Originario di Trapani, la bella città siciliana dalla costa a mezzaluna, è arrivato in questo angolo della Campania prima con Medici senza Frontiere e poi con l’organizzazione fondata da Gino Strada nel 1994 a Milano. A Castel Volturno ha fatto nascere ambulatori per adulti, infermieristici e pediatrici fino ad ottenere, dalla Regione campana, a marzo 2022, il pediatra di libera scelta, ovvero il medico che assiste i bambini da 0 a 14 anni, convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, anche per i figli di genitori in STP, acronimo di Straniero temporaneamente presente. Si tratta del codice che viene dato agli stranieri senza permesso di soggiorno per i quali il servizio sanitario presta comunque cure. Il codice può essere rilasciato esclusivamente a cittadini stranieri non appartenenti all’Unione Europea né a Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein, presenti irregolarmente sul territorio nazionale.
“La popolazione migrante che fa accesso ai nostri ambulatori è per lo più giovane. Arrivano in Italia sani ma poi si ammalano per le precarie condizioni di vita: dall’umidità di case certamente poco ospitali a lavori pesanti che mettono a dura prova il fisico già di per sé provato da serie situazioni di indigenza. Molti pazienti sono migranti che vivono nell’area, spesso disoccupati che faticano a trovare un lavoro anche a causa delle problematiche endemiche di un territorio difficile. Le patologie che riscontriamo, dalle infezioni alla pelle e alle vie respiratorie fino all’ipertensione o ai problemi muscolo-scheletrici, sono una diretta conseguenza delle insalubri condizioni abitative di queste persone: sovraffollamento, mancanza di servizi igienici e di corrente elettrica sono problemi comuni a molti alloggi”, dice Serraino e allora con l’aiuto di mediatori culturali informano i pazienti dei loro diritti sanitari, li aiutano ad accedere ai servizi del Servizio sanitario nazionale, accompagnandoli nel caso in cui debbano sottoporsi a visite o esami specialistici presso le strutture pubbliche.
“Negli anni – continua- abbiamo capito che la popolazione migrante a Castel Volturno è fatta del 60percento di donne per la maggior parte nigeriane che nei nostri ambulatori vengono per cure materno-infantili e per avere visite nei vari consultori per loro stesse e per i loro figli, cui vogliono ovviamente assicurare ogni tipo di cura sia medica che di istruzione scolastica. Ci sono bambini che hanno difficoltà cognitive o disturbi dello spettro autistico e fare istanza di un docente di sostegno per i propri piccoli, sarebbe davvero complicato se non prestassimo loro tutta l’assistenza necessaria”.
La prossima sfida è aprire un Serd lungo la Domitiana. “Lo crediamo- spiega- assolutamente essenziale per occuparci del problema dell’alcolismo che colpisce migranti e molti italiani, indotti alla dipendenza per evitare di affrontare il fallimento del loro progetto di vita. Nell’alcol vedono una sospensione di paure ed angosce”.
Lo sguardo di insieme verso i diritti è fondamentale e d’altronde i principi di equità, uguaglianza e responsabilità sociale, rappresentano il fondamento del modo di lavorare di Emergency in tutti i suoi progetti. Castel Volturno, va aiutato nella sua interezza facendo fronte a tutti i disservizi che qui si sperimentano quotidianamente. Ascoltare le associazioni che vi lavorano tutti i giorni, per leggere i bisogni e dare risposte, è l’unica via possibile.