Le donne hanno paura di prendere i mezzi pubblici o di tornare a casa da sole la sera: la fotografia che emerge dall’indagine condotta da Eumetra per conto di Telefono donna Italia è un’immagine che conosciamo fin troppo bene
Il 66% delle giovani donne teme di essere aggredite nel ritorno verso casa ed evitano di prendere mezzi pubblici dopo un certo orario, parlano al telefono con qualcuno lungo il tragitto e indossano abiti coprenti.
Se 3 giovani uomini su 10 ammettono che per loro certi vestiti possono attirare comportamenti offensivi, così come assumere alcol e droghe, dall’altro lato sei ragazze su dieci hanno subito atteggiamenti sgradevoli a prescindere dall’abbigliamento.
Molte ragazze evitano di prendere i mezzi pubblici per la loro sicurezza
Inoltre, per oltre metà delle ragazze intervistate avere un partner geloso rappresenta una minaccia, ma se subiscono violenza e non denunciano, la colpa è vista come loro secondo la metà dei ragazzi intervistati. Quasi 3 ragazze su 10 ammettono di aver fatto rinunce per “accontentare” il partner.
Per le giovani donne, la violenza di genere è in aumento e viene sottovalutata, sia dagli uomini che dalla classe politica. Si sentono sole. Per quasi tre ragazzi su dieci, invece, se ne parla troppo e i media amplificano il problema.
Due narrazioni diverse emergono dalla polarizzazione tra la percezione maschile e femminile della violenza di genere, secondo un’indagine presentata al Centro Congressi della Fondazione Cariplo a Milano e condotta da Eumetra per conto di Telefono Donna Italia, il centro Antiviolenza attivo a livello nazionale.
La ricerca, condotta su giovani tra i 16 e i 25 anni, in gran parte studenti, mostra un punto in comune: il 32% delle ragazze e il 42% dei ragazzi considera la relazione affettiva un mistero. Nessuna educazione sentimentale e per molti la pornografia è la principale fonte di informazione per 4 ragazzi su 10, rispetto a 2 ragazze su 10.
Vivono in un mondo che enfatizza i diritti, ma dove le relazioni si sviluppano sui social e la musica trap, per 4 ragazze su 10, contribuisce a diffondere una cultura “machista”. Un mondo e una cultura che non hanno creato loro e che è difficile da cambiare.
Nello studio della Fondazione Cariplo, basato su oltre cento milioni di ricoveri anonimi e collegato al bando “Attentamente”, è emerso che la richiesta di aiuto psicologico e psichiatrico tra gli adolescenti è in costante aumento.
Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna, afferma: “Dobbiamo focalizzarci sul rafforzamento e miglioramento dei messaggi riguardanti il rispetto delle relazioni e la loro importanza. Esistono ancora zone d’ombra per alcuni giovani, specialmente nei social media, che rappresentano un rifugio ma anche un pericolo per i loro bisogni”.
Valeria Negrini, vicepresidente della Fondazione Cariplo, aggiunge: “In un mondo che tende verso l’individualismo, è fondamentale promuovere il lavoro tra gruppi di pari e creare spazi di incontro. Solo attraverso la relazione e lo scambio può avvenire un cambiamento, non attraverso il conflitto”. Infatti, sotto le dure generalizzazioni, le nuove generazioni rappresentano la speranza concreta di un cambiamento, come dimostrano alcune delle risposte fornite dai ragazzi intervistati nella ricerca.
Alla domanda cos’è l’educazione affettiva , un ragazzo risponde così: “Significa insegnare ai ragazzi a capire i loro sentimenti, accettarli e manifestarli secondo forme corrette. Significa insegnare a rispettare l’altro. Significa fare capire che un “no“ è un “no“; e deve essere rispettato. Significa avere rispetto del proprio corpo e del corpo altrui”.