Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 Stelle, ha deciso di tornare in campo con un annuncio sotto forma di autointervista sul suo blog. “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del Paese,” ha detto Grillo, sottolineando l’importanza della collaborazione e del dialogo all’interno del Movimento.
Temi fondativi e nuove priorità
Grillo ha evidenziato come i temi fondativi del Movimento 5 Stelle rimangano di grande rilevanza, soprattutto la transizione ecologica e digitale, che ora occupano una posizione centrale nell’agenda politica europea e italiana. “Mi pare che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori.”
Rapporti con Conte
Per quanto riguarda il rapporto con Giuseppe Conte, Grillo è chiaro: “Ottimamente. Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi.” Non mancano le punte di ironia, come quando Grillo afferma di essere d’accordo con tutte le cose che Conte dice, “che poi sono tre.” A queste tre cose, Grillo aggiungerebbe altri punti, come “il voto dei cittadini europei alle elezioni politiche nei Paesi di residenza e non di cittadinanza, prodotti il cui prezzo incorpori costo sociale di produzione e trasporto, piattaforme di democrazia diretta e di cittadinanza attiva. Tutte cose di cui parlavamo regolarmente con Casaleggio e altri”.
Recuperare il Dialogo con gli Attivisti
Uno dei punti cruciali della nuova strategia di Grillo riguarda la necessità di recuperare il contatto con gli attivisti del Movimento, definiti come il “combustibile” del M5S. Durante l’assemblea costituente, si discuterà di come ristabilire un dialogo costruttivo e attivo con la base. “Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato,” ovvero lo stesso Grillo.
La Regola dei Due Mandati
Un altro tema caldo riguarda la regola dei due mandati, un principio fondativo del Movimento che Grillo difende con forza. “È comprensibile che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla,” ammette, riconoscendo l’istinto di sopravvivenza dei politici, ma sottolinea che il limite alla durata dei mandati è un presidio di democrazia. Grillo propone un’idea di “staffetta” per assicurare il passaggio di competenze dagli uscenti agli entranti, sottolineando l’importanza di mantenere il parlamento come espressione della volontà dei cittadini piuttosto che un luogo di professionismo politico. “Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti, come peraltro fece il congresso degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt, che fu l’unico presidente americano ad aver fatto più di due mandati”.
Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni? “Infatti avevo proposto un’idea di ‘staffetta’ in cui gli ‘uscenti’ avrebbero percepito un compenso finanziato dagli ‘entranti’ per assicurare il passaggio di consegne e trasferire loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni. Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte. Il lavoro di un parlamentare dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce.”
Reazioni e divisioni interne
L’annuncio di Grillo ha suscitato diverse reazioni all’interno del Movimento. Alcuni parlamentari, soprattutto quelli al secondo mandato, hanno espresso frustrazione per la ferma posizione di Grillo sulla regola dei due mandati. Le parole di Grillo hanno anche alimentato discussioni sul futuro del Movimento, con alcuni membri che vedono nelle sue idee un ritorno alle origini e altri che auspicano un’evoluzione verso nuove direzioni.
Tra i membri del Movimento, Vittoria Baldino, fedelissima di Conte, ha sottolineato che il progetto del M5S deve evolversi: “Il Paese ci chiede di scegliere da che parte stare. Non si chiama destra, non si chiama sinistra, ma da una parte c’è chi vuole tornare al passato e rinnegare un progresso e dall’altra c’è chi vuole guardare al futuro. Grillo ha sempre guardato al futuro,” ha osservato, evidenziando la necessità di una crescita continua. Le fibrillazioni all’interno del Movimento proseguono, soprattutto dopo le parole di Virginia Raggi. L’ex sindaca di Roma, nei giorni scorsi, aveva elogiato lo spirito post-ideologico del Movimento della prima ora.
Questo ha alimentato ipotesi di un “gioco di sponda” con Grillo. Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato, ha risposto sui social: “Né di destra né di sinistra. Lo sento dire da molti anni. Da quelli di destra.” Tuttavia, non ha citato direttamente Raggi. Per i fedelissimi di Conte, valgono le parole pronunciate recentemente dall’ex presidente del Consiglio: commentando le dichiarazioni di Grillo, il leader del M5S ha sottolineato che il destino del Movimento non è “nelle mani di Beppe” ma in quelle “di un’intera comunità di uomini e donne che deciderà del suo futuro all’assemblea costituente del prossimo settembre”.