Anche le cassiere adesso rischiano il posto di lavoro? La novità rischia di sostituirle in ogni tipo di mansione: cosa accadrà in futuro.
Negli ultimi anni sono sempre di più le aziende che stanno sostituendo la forza lavoro umana con la tecnologia. Questo perché anche l’avanzamento tecnologico ha portato a una crescente automazione e all’introduzione di intelligenza artificiale in molti settori, rendendo possibile l’automazione di compiti che una volta erano esclusivamente umani. Tutto ciò ha sollevato preoccupazioni riguardo alla perdita di posti di lavoro tradizionali e all’eventuale dislocazione dei lavoratori che possono non avere le competenze necessarie per adattarsi a nuove tecnologie.
Inoltre, c’è una crescente consapevolezza delle potenziali implicazioni sociali ed economiche della sostituzione del lavoro umano con macchine. Se, da un lato, l’automazione può migliorare l’efficienza, ridurre i costi e portare a un aumento della produttività in alcuni settori, dall’altro può anche esacerbare le disuguaglianze economiche se non gestita correttamente. Adesso, dalla tecnologia non sarebbero salve nemmeno le cassiere. Infatti, già un ristorante di New York sta pensando all’incredibile sostituzione.
Le cassiere rischiano il proprio lavoro: ancora una volta la tecnologia è il pericolo
Il dibattito sull’etica del lavoro remoto transfrontaliero è stato recentemente scatenato da un ristorante di New York che impiega una cassiera virtuale delle Filippine operanti da remoto. Questo fenomeno ha sollevato interrogativi critici sulle pratiche di lavoro e sulla loro sostenibilità attraverso confini nazionali. Si discute se questa sia una soluzione innovativa per affrontare la carenza di manodopera e i costi operativi, oppure se rappresenti uno sfruttamento problematico del lavoro straniero a costi inferiori.
Il fondatore di una start-up tecnologica, Brett Goldstein, ha suscitato l’attenzione con un tweet riguardante la sua esperienza presso Sansan Chicken, un ristorante giapponese nel cuore dell’East Village di New York. Grazie al nuovo setup, la cassiera poteva gestire gli ordini ed interagire con i clienti da remoto, nonostante le le transazioni effettive fossero completate tramite chioschi self-service. Goldstein ha notato un servizio più cordiale rispetto agli standard tipici di New York. Questo non ha fatto altro che evidenziare l’efficacia di questo modello virtuale.
Le implicazioni economiche di questa pratica sono significative, specialmente per quanto riguarda i salari dei lavoratori. Nelle Filippine, il salario minimo è notevolmente inferiore rispetto agli Stati Uniti, con stipendi per ruoli di cassiere virtuale che si aggirano intorno a 112 pesos filippini all’ora (circa 1,98 dollari statunitensi), molto meno del salario minimo di New York City per i lavoratori a salario variabile. Adesso, il dibattito attuale ruota attorno al bilanciamento tra innovazione e responsabilità etica.
La domanda principale che tutti si pongono è se il mondo stia virando verso una forza lavoro globale più connessa ed efficiente o semplicemente si sta rischiando di aumentare le diseguaglianze economiche. Forse però la risposta al quesito ce la darà solamente il futuro, che sembra sempre più indirizzato ad adottare la tecnologia.