Troppe parolacce e troppe allusioni, per le suore della scuola Sant’Anna di Casal di Principe il Festival di Sanremo, spettacolo per le famiglie italiane avrebbe dovuto tener conto del pubblico dei piccoli. “Gli esempi ai piccoli vanno dati in ogni occasione e l’arte non può essere volgarità”, hanno detto le religiose quotidianamente impegnate ad educare i bambini.
L’arte non è volgarità, nello spettacolo troppe parolacce ed allusioni
“In un festival della canzone nazionale destinato anche ai bambini non è giusto far ascoltare parolacce e chiare allusioni alla volgarità. Non è giusto per l’educazione che poi pretendiamo dai nostri ragazzi senza dare loro il necessario buon esempio che invece dovremmo”. La presa di posizione contro alcune canzoni in gara al 69esimo Festival di Sanremo è delle suore dell’istituto Figlie di Sant’Anna di Casal di Principe, in via Matteotti.
“Non capisco come si possa ritenere arte, la parolaccia cantata. Non possiamo pretendere dai nostri bambini di essere educati se gli adulti non lo sono e non mi si dica che è una esigenza dettata dalla musica o dalla moda, perché la musica è sempre stata armonia di note, forma e sostanza e la moda la dettiamo noi. E’ evidente, quindi, che abbiamo la possibilità e tutto il potere di cambiare le cose che non ci stanno bene“, dice suor Teresa, educatrice da molto tempo e ancora impegnata ad insegnare le buone maniere ai bambini che quotidianamente incontra a scuola e nelle varie attività sociali. E’ sicuramente un punto di vista dettato da un particolare modo di vedere le cose ma certamente assai condivisibile anche da quanti non sono religiosi e che ugualmente non sopportano il turpiloquio. L’arte è sì libera espressione ma non per questo deve essere volgare.