I 4 scenari possibili sull’esito delle elezioni USA: è quanto emerge dall’analisi sul voto americano fatta dall’agenzia Lgim
Si sta affermando in questi giorni che una chiara vittoria dei Democratici nelle elezioni di novembre potrebbe portare a un aumento della spesa pubblica, mentre un successo dei Repubblicani influenzerebbe la spesa militare, portando a tagli fiscali e all’aumento delle tariffe doganali, entrando nel rischio di inflazione. Questo è infatti ciò che emerge dall’analisi delle elezioni americane effettuata da Lgim (Legal & General Investment Management).
Elezioni USA, i possibili scenari
Attualmente, gli analisti hanno identificato quattro possibili scenari per le elezioni presidenziali americane: il primo è quello di un “clean sweep” dei Dem, cioè riconferma di Joe Biden alla Casa Bianca e conquista della maggioranza anche alla Camera, dopo averla ottenuta al Senato.
“In questo caso – spiegano nel report – ci aspettiamo un aumento della spesa pubblica, controbilanciato da un aumento delle tasse, risultante pero’ in uno stimolo fiscale netto positivo”.
Il secondo scenario è un “cappotto” ad opera di Donald Trump e dei Repubblicani. “Ci sarebbe un taglio delle tasse tanto voluto da Trump, un aumento della spesa militare e un brusco calo dell’immigrazione”. “Riteniamo anche – aggiungono – che l’aumento delle tariffe doganali andrebbe a finanziare ulteriori tagli delle tasse”.
Nel terzo scenario si prospetta una vittoria di Biden e la maggioranza delle Camere ai Repubblicani. “Questo – spiegano – obbligherebbe il presidente a sottostare a molte richieste dei Repubblicani, che prevedono una riduzione della spesa pubblica e l’interruzione di alcune agevolazioni fiscali”.
Infine, il quarto possibile scenario prevede la vittoria di Trump e il controllo solo della Camera per i conservatori. “È lecito aspettarsi un forte contrasto all’immigrazione, un aumento contenuto della spesa pubblica e lo stop ad alcune agevolazioni fiscali”.
Secondo gli analisti di Lgim, uno degli elementi chiave nella corsa presidenziale potrebbe essere l’immigrazione: “Almeno trequarti dei votanti negli Stati in bilico – spiegano – ritengono che i provvedimenti presi da Biden in materia vadano nella ‘direzione sbagliata’. La politica sul controllo delle frontiere e’ stata percepita come molto blanda”.
“Tuttavia – continuano – le nostre ricerche interne hanno evidenziato come l’aumento degli stranieri abbia avuto un ruolo fondamentale nella recente crescita economica degli Stati Uniti, al punto che alcuni pensano che il Paese sia riuscito a evitare la recessione lo scorso anno proprio grazie a questi”.
Anche le tariffe doganali, conclude l’agenzia di analisi, rappresentano un “jolly importante per una seconda presidenza Trump e troverebbero sostegno nel percorso deflattivo che gli Usa sembrano aver avviato”.
“Tuttavia – sottolineano – applicare dazi doganali in un momento in cui la Cina sembra aver finalmente imboccato la strada della ripresa potrebbe generare nuovi aumenti dei prezzi e quindi un ritorno dell’inflazione”.
Attualmente, nei sondaggi, Donald Trump ha un lieve vantaggio sul presidente in carica Joe Biden negli swing states, gli Stati in bilico capaci di decidere con le loro preferenze chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti: Michigan, Georgia, Arizona, Pennsylvania, Wisconsin, Nevada e North Carolina.
Quest’ultimo dato ha comunque dei limiti: nelle elezioni americane è infatti possibile che un candidato vinca il maggior numero di voti a livello nazionale – come ha fatto Hillary Clinton nel 2016 – ma venga sconfitto dal Collegio elettorale.