La sicurezza riguardo all’uso degli smartphone da parte di giovani e giovanissimi è sempre più in discussione, adesso i Governi agiscono.
Ormai ogni persona ha un cellulare che utilizza anche per accedere ai social, e persino i bambini piccoli, ragazzi e adolescenti sono perennemente connessi. Di recente, ci si sta chiedendo se questa continua attività digitale non stia danneggiando la salute psicologica delle persone, e soprattutto dei giovani perché com’è intuibile sono più sensibili e fragili.
La pandemia forse ha accelerato un processo che era destinato a manifestarsi ugualmente, ovvero l’isolamento sociale dovuto all’eccessivo uso dei social. Isolamento sociale ma anche l’insorgere di numerosi altri problemi, come cyber bullismo, esposizione pericolosa a contenuti non adatti, e conseguenze ancora più gravi come l’aumento di ansia, insicurezza, atteggiamenti narcisistici, disturbi alimentari, depressione e autolesionismo. Secondo gli esperti, l’aumento di queste forme di disagio è dovuto anche all’utilizzo eccessivo degli smartphone e dunque adesso i Governi, anche quello italiano, stanno prendendo provvedimenti.
Smartphone vietati in classe, la situazione e i possibili scenari futuri
Sono già molti i Paesi in cui si sta decidendo di vietare l’utilizzo dei cellulari a scuola per tutelare la salute mentale dei ragazzi. L’ultima notizia arriva da New York, ma anche in Italia la politica si sta muovendo in tal senso.
Nella “grande mela”, c’è un disegno di legge che la Governatrice Kathy Hochul intende presentare entro la fine dell’anno. Se verrà approvata, gli studenti potranno portare con sé unicamente telefonini non connessi a internet, ma collegati alla rete in modo da poter fare e ricevere telefonate. La governatrice ha espresso ampia preoccupazione sul fatto che i social, governati da algoritmi studiati appositamente per creare dipendenza, stiano minando la salute mentale dei ragazzi, che sono sempre più al di fuori delle dinamiche di interazione umana e sociale, e incapaci di costruire relazioni sane.
New York non è l’unica città dove si sta cercando di evitare alle big tech di fare soldi sulla pelle dei giovani, infatti altre proposte simili sono state avviate in Maryland e Vermont, in Minnesota, Hawaii, Illinois, Nuovo Messico, Carolina del Sud e Nevada. Per quanto riguarda l’Europa, anche in Francia esiste una legge simile, e in Italia si sta lavorando a una proposta di legge che se approvata vieterebbe ai minori di 16 anni di utilizzare i social network.
Oltre ai divieti, naturalmente, si potrebbe agire molto efficacemente anche istituendo confronti con i giovani e con i loro genitori, Solamente con ampia consapevolezza dei rischi derivanti dall’uso di rete e social si può davvero fare scelte che tutelano e proteggono, senza dover rinunciare alla tecnologia.