Impossibile indire nuove elezioni in tempo di guerra, o forse no? Tra dubbi e delatori, il presidente ucraino rimane in sella nonostante la fine del suo mandato
Volodymyr Zelensky potrebbe affrontare una delle sfide politiche più difficili della sua carriera: rinnovare il contratto con il popolo ucraino, considerando che oggi sarebbe scaduto il suo mandato come presidente. Ieri infatti è arrivata la scadenza naturale del mandato presidenziale di Zelensky, che venne eletto con il 73% dei voti. Tuttavia, la situazione è drasticamente cambiata da allora, con il conflitto con la Russia che modificato ogni piano.
Troppo pericoloso indire nuove elezioni
Come evidenziato da un editoriale dell’agenzia di stampa statale Ukrinform, le elezioni avrebbero dovuto svolgersi entro il 31 marzo. Tuttavia, la guerra e l’implementazione della legge marziale hanno reso impossibile lo svolgimento del voto. Ukrinform sottolinea che la situazione di guerra ha portato a oltre 400 missili lanciati, più di 600 droni kamikaze e oltre 3000 bombe teleguidate solo nel marzo scorso. In queste condizioni, recarsi alle urne sarebbe stato troppo pericoloso in gran parte del paese, da Chernihiv a nord fino a Odessa a sud, senza contare gli oltre sette milioni di ucraini costretti a lasciare il paese a causa dei bombardamenti.
Zelensky rimarrà al suo posto
In ogni caso il mandato presidenziale di Zelensky, ufficialmente scaduto lunedì scorso, cinque anni dopo il suo insediamento alla Bankova, il palazzo presidenziale ucraino, proseguirà poiché le elezioni sono vietate dalla legge marziale e logisticamente impraticabili in condizioni di guerra. La costituzione ucraina e la legge sullo stato di guerra permettono la proroga automatica dell’incarico presidenziale. Nonostante ciò, la situazione politica rimane delicata. Zelensky è ora più vulnerabile alle critiche. Una parte dell’opposizione ucraina contesta la legittimità della sua permanenza in carica. Lo stato di guerra impone al presidente e al governo di chiedere crescenti sacrifici, difficili da giustificare senza un mandato popolare formale.
Tecnicamente, la questione delle elezioni in tempo di guerra è complessa. La legge marziale, promulgata dal parlamento ucraino il 24 febbraio 2022, vieta le elezioni in periodi di guerra. La costituzione, però, non prevede esplicitamente la sospensione delle elezioni presidenziali. Secondo l’articolo 83, in caso di emergenza, i poteri del parlamento sono prorogati fino alla riunione del primo parlamento rieletto. Tuttavia, per quanto riguarda la presidenza, la costituzione specifica che il mandato dura cinque anni, lasciando margine ai critici di sostenere che Zelensky dovrebbe cedere il suo incarico.
I dubbi del parlamento
Negli ultimi mesi, alcuni alleati di Zelensky, come il presidente della Camera, Ruslan Stefanchuk, hanno discusso la possibilità di tenere nuove elezioni nonostante la guerra. Lo stesso Zelensky, in un’intervista di fine agosto, aveva suggerito che, se il popolo lo avesse desiderato, si sarebbero potute organizzare nuove elezioni. Tuttavia, le difficoltà logistiche e la sicurezza hanno reso tale prospettiva impraticabile. Con milioni di ucraini fuori dal paese e molti altri nei territori occupati dalla Russia, votare è quasi impossibile. Anche la sicurezza dei seggi elettorali è a rischio, considerando i bombardamenti continui.
Queste difficoltà hanno portato la maggior parte della popolazione, circa l’80%, a opporsi alle elezioni in tempo di guerra. La legittimità di Zelensky continua a essere una questione aperta. Alcuni membri dell’opposizione, come l’ex presidente della Camera Dmytro Razumkov, sostengono che Zelensky sia ora privo di un mandato legale. La sua posizione potrebbe diventare più debole se il suo gradimento, sceso al 50%, dovesse calare ulteriormente.