Farmacia Sagripanti, il duro affondo del Pd

Ordinanza di demolizione per i locali della farmacia Sagripanti, manifesto della maggioranza. Duro affondo del Pd.

Ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi

Farmacia Sagripanti. Dopo la verifica della dia sparita e ritrovata con una firma falsa, è arrivato il diniego della procedura ai sensi dell’articolo 38 del Testo unico sull’edilizia.

La storia è finita con un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi ed un manifesto a firma dei consiglieri di maggioranza che condannano la strumentalizzazione del tentativo di trovare soluzione a tutela dei lavoratori ed il corteo di protesta sotto casa del sindaco Andrea Villano.

Sotto il profilo tecnico, il primo cittadino aveva le mani legate e nel manifesto della sua coalizione si sottolinea che con l’accaduto la politica non c’entra nulla. “La parte politica non ha alcun potere in merito alla vicenda e tutte le determinazioni sono in seno agli uffici comunali”.

La maggioranza ha scritto che gli unici punti di confronto dovranno essere sulla definizione di ammortizzatori sociali straordinari o in deroga e sullo spostamento della farmacia in altri locali.

La reazione del Pd

Immediata la reazione del Pd locale, che ha preso posizione con un affondo durissimo nei confronti della maggioranza.

“Il sindaco ricorda alla popolazione che le sentenze vanno rispettate e noi gli ricordiamo che l’atto immediatamente consequenziale all’inadempimento dell’obbligo di rimessione in pristino è l’acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale“, scrive il Pd.

“Un’ indagine in corso sulla mediazione per i nuovi locali”

“I paladini della legalità si stracciano le vesti, gridando che i locali non hanno i requisiti tecnico/urbanistici per l’esercizio dell’attività commerciale e poi propongono di trasferire la farmacia in locali di “amici”, di gran lunga più “abusivi” di quelli di via Toscanini (non vi crucciate, perché ci risultano indagini in corso, anche, sugli autori di quella vergognosa mediazione).
Scrivono, nel manifesto, che “la politica non ha alcun potere in merito”. Nulla di più falso! Lo diciamo da anni e continueremo a ribadirlo con forza: per le drammatiche questioni urbanistiche che interessano migliaia di cittadini di Orta di Atella non esistono soluzioni tecniche ma solo percorsi politici che, con il coinvolgimento e la concertazione con tutti i livelli istituzionali, possano addivenire ad una soluzione Politica, con interventi da parte di enti sovraordinati, di quella che, ormai, è diventata una vera e propria bomba ad orologeria”.

“La soluzione politica era a portata di mano”

Per il Pd, visto che nella stessa situazione della farmacia si trovano molte altre attività commerciali ( circa il 70%), la soluzione deve essere necessariamente politica.

“Ed anche per la farmacia la soluzione “politica” era a portata di mano: “proroga condizionata al trasferimento”. Una soluzione “legale” proposta da un parere pro veritate dell’avvocato del Comune di Orta di Atella, che avrebbe tutelato la posizione dei lavoratori, che restano, quelli, veramente penalizzati dal provvedimento.
Gli effetti degli atti consequenziali, come l’ordine di demolizione e l’acquisizione dell’immobile abusivo al patrimonio comunale, obbligatori perché imposti dalla legge, che va, senza bisogno di ribadirlo, sempre rispettata, potevano essere, semplicemente, differiti, sussistendone le ragioni giustificate dalla pubblica utilità”

“Enormi limiti della maggioranza”

“Pur tuttavia, per intraprendere un percorso politico di risoluzione, c’è bisogno di una classe dirigente all’altezza del compito. Con grande rammarico, dal tenore manifesto di questa amministrazione, prendiamo, invece, atto degli enormi limiti della maggioranza che sostiene il sindaco.
Ci auguriamo, quindi, che, al di là di quanto possa durare la consiliatura, perché è così che si definisce quella degli enti locali (non ci risulta che il comune sia un legislatore), si tratta, comunque, di un’esperienza politica che volge al termine. Evitate, almeno, di farla concludere in maniera drammatica per la cittadinanza tutta. Dimettevi!“.

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