di Fabio Mencocco e Tina Cioffo
Bloccate in una morsa di paura. Una vita fatta di violenza, fisica, psicologica e sessuale. Sono circa 50 mila le donne che secondo l’Istat hanno chiesto aiuto ai centri anti violenza in Italia ed i casi di abuso sulle donne e sono “sempre in crescita”, come dice l’avvocato Rossana Merenda, penalista del foro di Santa Maria Capua Vetere.
Molto spesso questo tipo di violenze avviene proprio “tra le mura domestiche perpetrate dal compagno o dal marito”. Questo fa scattare “un blocco all’interno della vittima che viene definito come freezing. Un vero e proprio congelamento della persona che le impedisce di fare qualsiasi cosa, anche di denunciare” sottolinea l’avvocato.
Eppure negli ultimi anni molti passi avanti sono stati fatti per combattere la violenza sulle donne: “Rispetto al passato c’è una maggiore consapevolezza del problema ed anche la magistratura e le forze dell’ordine affrontano in modo diverso la questione. Non è un caso – sottolinea l’avvocato – che da qualche mese è in discussione il ddl Codice Rosso, che è stato presentato insieme con Michelle Hunziker, che riconosce alle persone che denunciano un abuso una sorta di corsia preferenziale, tanto che è prevista l’escussione della vittima già entro i tre giorni seguenti la denuncia”. In questo modo si cerca di incentivare le donne che subiscono abusi a denunciare i fatti, con la consapevolezza che non saranno abbandonate. Proprio la denuncia è “il primo passo per uscire dall’incubo” dice l’avvocato Merenda che conclude: “E’ fondamentale chiedere aiuto e farsi aiutare da professionisti e rivolgersi a centri anti violenza, poiché in questo modo non ci sente soli e abbandonati”.