Truffe agli anziani, sgominata banda di criminali

Anziani truffati da una banda di criminali. Accertati una pluralità di casi nelle province di Caserta, Napoli, Salerno, Potenza, Campobasso ed Isernia. Sei persone indagate a vario titolo, di questi tre sono finiti in carcere, una ai domiciliari e due con obbligo di dimora.

Truffe agli anziani, i carabinieri della Compagnia di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura coercitiva emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone, nei confronti di 6 persone (tre in carcere, una agli arresti domiciliari e due con obbligo di dimora del comune di residenza).

Con l’ordinanza sono stati contestati l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una pluralità di truffe agli anziani oltre che 17 episodi specifici consumati o tentati sempre ad anziani delle Province di Caserta, Napoli, Salerno, Campobasso, Potenza ed Isernia. Contestualmente, è stato dato esecuzione al decreto di sequestro, sempre richiesto da questa Procura, con il quale si è provveduto a sequestrare agli indagati l’importo di 25.500 euro pari al danno provocato alle persone offese.

Le indagini sono state avviate nel 2017, coordinate dalla Procura sammaritana sulla base delle numerose querele presentate dalle vittime delle truffe.

Scongiurate altre truffe

Attraverso intercettazioni telefoniche e mirati servizi di osservazione e pedinamento, per effetto dei quali sono state acquisite informazioni determinanti per lo sviluppo ed il buon esito delle investigazioni, e ciò – fa sapere la Procuratrice Troncone- grazie anche al raccordo informativo tra i comandi dell’Arma dei Carabinieri presenti su tutto il territorio nazionale, è stato altresì scongiurato il pericolo che numerosi tentativi di truffa venissero portati a compimento, procedendosi anche all’arresto in flagranza degli esecutori materiali delle truffe”.

Due gruppi di truffatori, da falsi avvocati a falsi venditori

Le investigazioni, in particolare, hanno consentito di disvelare la stabile ed articolata struttura organizzativa di due distinte associazioni per delinquere, entrambe dedite alla commissione di truffe con distinti modus operandi. Il primo gruppo è composto da tre dei destinatari della misura della custodia in carcere. Due si occupavano d’individuare il Comune dove operare, selezionare le vittime, fornire gli apparecchi telefonici ed i veicoli utilizzati per commettere le truffe. Il terzo complice era invece l’esecutore materiale delle truffe, grazie infatti al suo aspetto ben curato si presentava presso le abitazioni delle vittime simulando di essere un collaboratore di uno studio legale.

L’ingegnoso sistema di raggiro utilizzato consisteva infatti nel contattare telefonicamente le vittime fingendo di essere un parente (solitamente il figlio o il nipote), per convincere la persona anziana della necessità di dover corrispondere urgentemente ad un avvocato una somma di denaro, a titolo di onorario legale, al fine di consentire al parente di poter incassare un assegno emesso in suo favore all’esito di una pratica risarcitoria. Una volta persuasa la vittima, entrava in azione l’esecutore materiale (arrestato in flagranza dai Carabinieri di Caserta, nel Comune Benevento il 28 agosto 2018, subito dopo aver consumato una truffa in danno di un’anziana donna) che si presentava a casa curato e ben vestito, simulando di essere un collaboratore dello studio legale, e prelevava la somma richiesta o in caso di assenza di contanti gioielli e monili in oro.

I truffatori, per precostituirsi un alibi nel caso di controlli delle forze dell’ordine individuavano sul sito di transazioni commerciali “subito.it” alcuni annunci relativi ad offerte di autovetture in vendita nel Comune dove intendevano operare, contattavano l’inserzionista per fissare un appuntamento per il giorno in cui compiere il colpo, in modo da poter giustificare la presenza dell’esecutore materiale in quel territorio.

Il secondo gruppo di truffatori, secondo le indagini, utilizzava il raggiro della “truffa del pacco”.

Le vittime venivano contattate telefonicamente e convinte di parlare con un figlio o con un nipote per instaurare un colloquio di tipo familiare e superare la resistenza psicologica degli anziani. A quel punto iniziava la seconda parte della truffa. Il finto nipote o figlio, convinceva l’anziano di essere in forte difficoltà economica e chiedeva alla vittima di ritirare di un pacco urgente che un corriere sarebbe passato a consegnare, previo versamento di una somma di denaro o del controvalore in gioielli o preziosi in caso d’indisponibilità di contanti. Ottenuto l’assenso da parte della vittima mentre quest’ultima veniva trattenuta al telefono per evitare che potesse contattare i veri familiari o dei conoscenti, entravano in azione gli esecutori materiali, consegnando il pacco, contenente di solito un bagno schiuma o dei calzini.

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