Lo hanno aggredito con bastoni, spranghe e sassi mentre era alla guida della sua bicicletta. Lo hanno fatto senza un motivo apparente e forse solo perché di pelle nera. Questa la storia raccontata da Ossuele Gnegne, vittima dell’aggressione ad Arzano.
“Mi volevano uccidere ma sono riuscito a scappare”. I fatti li racconta Ossuele Gnegne, 28 anni e originario della Costa d’Avorio. E’ in Italia da 10 anni ed è impiegato in una palestra di Arzano e l’aggressione da parte di quattro uomini, stando alla sua versione, è avvenuta mentre si recava a lavoro. «All’ improvviso un’auto mi viene incontro e mi investe, la macchina si ferma e realizzo che non è stato un incidente, quell’auto, quegli “uomini” nell’auto volevano proprio me», dice Gnegne.
Volevano uccidermi
«Quattro uomini scendono dalla vettura, inizio a tremare, gli domando “Cosa ho fatto?” e loro – continua Gnegne- armati di bastoni, spranghe, sassi, armati di odio negli occhi mi rispondono “Vogliamo ucciderti”. Mentre mi colpiscono penso a mia moglie, a mia moglie che non avrebbe mai accettato che degli uomini avessero potuto ucciderle il marito per un colore di pelle diverso dal loro». racconta la vittima dell’aggressione ad Arzano.
Gnegne scappa e si nasconde sotto una macchina. “Pioveva, tremavo ma non era per il freddo, era per l’incubo che stavo vivendo. Ho preso il cellulare dalla tasca, ho chiamato i carabinieri, che fortunatamente pattugliavano nella zona e sono intervenuti immediatamente e hanno fermato e identificato quei carnefici”, spiega il ragazzo.
Razzismo? Indagano i carabinieri
Se alla base ci siano ragioni di razzismo, non è ancora stato accertato. Sui fatti indagano i carabinieri di Arzano, intanto la conferma della versione di Gnegne è arrivata anche dai suoi colleghi di lavoro e da quanti lo conoscono. Le ferite sul corpo, lividi, contusioni ed un braccio spezzato, passeranno in fretta ma se tutti i contorni della vicenda dovessero essere provati, ci sarà da interrogarsi e non poco sull’aumento dell’intolleranza razziale.