“Ritirate il Puc di Grazzanise” è la richiesta del circolo locale del Pd, rivolta all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vito Gravante. La lettera del Pd è firmata da Teresa Cerchiello che denuncia: “La redazione dell’importante strumento, che il paese attendeva da anni, è stata condotta nel peggiore dei modi, lavorando su una cartografia vecchia e obsoleta, e confrontando le tavole del 2015, approvate dalla Giunta commissariale, e quelle approvate nel 2018”. Secondo la Cerchiello ed il Pd nella redazione del Puc sono emersi “interessi privati”.
Puc ed interessi privati
Nella lettera scritta inviata dal circolo locale del Pd, si chiede il ritiro del Puc di Grazzanise ma si afferma anche che nella stesura dello stesso siano stati “privilegiati interessi privatistici senza il coinvolgimento delle associazioni, tecnici e cittadini”. Su questo punto di vista Cerchiello ed il Pd sottolineano: “Il Puc deve avere lo scopo di ‘riordinare il paese’, di programmare il suo sviluppo e la sua crescita, dovrebbe consentire a chi vive il paese di soddisfare i propri bisogni. Il Puc deve determinare ed individuare realmente le linee di sviluppo di un territorio e non, come è accaduto, la gratificazione a questo o quell’amico“. Nella missiva si fa rifemrnto alle 129 osservazioni presentate nel 2015 dalla triade commissariale, che non “possono essere considerate, come scritto nella delibera come: ‘partecipazione di soggetti portatori del pubblico interesse intesa come un processo decisionale inclusivo, in cui i soggetti pubblici e privati concorrono alla formazione del piano’, poiché non vi è stata alcuna discussione e recepimento da parte della Giunta nei tempi e nei modi previsti”.
“Cartografia farlocca”
Sono tante le osservazioni e accuse che il circolo locale del Pd fa al Puc di Grazzanise, mettendo in evidenza anche che le “tavole cartografiche allegate alla Delibera di Giunta n.143 del 27/12/2018, pubblicate nella sezione del sito ‘Amministrazione trasparente’ del Comune di Grazzanise e trasmesse in Regione sono ‘farlocche’ e mancanti di intere porzioni di territorio comunale; non tengono conto di “realtà consolidate”, della “reale edificazione temporale” di alcune zone del paese risultando di conseguenza penalizzante per il territorio in quanto non si potrà dar vita a nuove costruzioni o dar seguito ad opere già avviate”. Si fanno anche degli esempi come la tavola 17 riguardante Brezza dove “gran parte del territorio è classificato “centro storico”, non tiene conto che la stessa zona è costituita da edifici costruiti successivamente al 1960 o, ancora, ad esempio l’area dove stava sorgendo il campo parrocchiale, oggetto tra l’altro di sentenza del TAR su una SCIA che ha prodotto gli effetti risulta ancora essere classificato terreno agricolo”.