di Tina Cioffo– Michele Zagaria, ex capo clan dei Casalesi, è stato trasferito in un altro carcere, passando dal penitenziario de l’Aquila a quello di Tolmezzo in Friuli.
E’ nervoso Michele Zagaria, tanto nervoso da non trovare pace nemmeno fra quattro mura di una stretta cella carceraria dove passerà la sua restante vita. L’ex capo clan di Casapesenna arrestato il 7 dicembre del 2011, dopo 15 anni di latitanza protetto dai suoi fedelissimi, è stato trasferito in un altro carcere. Fra i suoi sodali ci sarebbero anche degli imprenditori non ancora individuati che continuano ad esercitare interessi economici e politici. Per l’ergastolano si tratta del terzo trasferimento in appena 24 mesi. Era in richiuso nel carcere di Milano Opera, poi passato a l’Aquila per un anno e ora dovrà abituarsi all’ambiente del penitenziario di massima sicurezza di Tolmezzo, in Friuli Venezia Giulia. La decisione è stata presa dai giudici del Dap. A Zagaria, detenuto in regime 41 bis, la Procura di Milano ha già contestato diversi episodi di violenza e minacce nei confronti del direttore e alcuni agenti del penitenziario di Opera.
Nervoso per la nipote
A marzo in un’udienza del processo scaturito dall’inchiesta ‘Nereide’ a carico delle donne della famiglia Zagaria, sorelle e cognate di Michele alias ‘capastorta’, la pazienza l’aveva persa pubblicamente difendendo una nipote in particolare, la figlia di Francesca Linetti e del fratello Pasquale, citata da Fabio Gargiulo, maggiore della Dia, mentre spiegava al tribunale il sistema economico garantito dal gruppo criminale alla famiglia Zagaria. La nipote che la madre Linetti, secondo alcune intercettazioni dell’inchiesta della Dia coordinata dalla Dda di Napoli, portò a colloquio con lo zio nonostante avesse 40 di febbre. In quei dialoghi ascoltati dagli inquirenti, la mamma descriveva la figlia come una ragazzina «sveglia e scaltra, capace di poter affrontare -con la massima accortezza- qualsiasi argomento in occasione dei colloqui che intratteneva con lo zio Zagaria Michele».
Riflettori accesi sulla famiglia Zagaria
Da quel giorno, la rabbia probabilmente non si è placata anche perché sui componenti della famiglia di Michele Zagaria i riflettori sono rimasti accesi e non solo quelli della magistratura. Spostamenti, investimenti e tenori di vita sono monitorati anche da quei cittadini che non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. Il sequestro delle ville dei fratelli Antonio e Pasquale Zagaria e del negozio di abbigliamento che Carmine Zagaria aveva aperto con la moglie Tiziana Piccolo, è certamente il preludio di altri provvedimenti. Sotto accertamento c’è il negozio di profumi alla spina, aperto in corso Italia a San Marcellino, a pochi passi da quel ‘Mi.ni. Store donna’ già in amministrazione giudiziaria e anche la capacità di spesa dei nipoti di Michele Zagaria, fra questi Filippo Capaldo scarcerato a novembre e tornato a Casapesenna.