Nome dell’ex sindaco Eugenio Di Santo rimosso da targhe e statue. È bufera.
Nome dell’ex sindaco su targhe e santi
Su input del sindaco Giuseppe Dell’Aversana, è stata effettuata la rimozione del nome dell’ ex sindaco Eugenio Di Santo dalle varie superfici su cui era stato impresso durante gli anni della sua gestione amministrativa. Così il nome dell’ex primo cittadino, oggi all’opposizione, è scomparso dalla statua di San Gaspare del Bufalo, dalla targa del piazzale intitolato a Maria Teresa di Calcutta, dalla statua di Gesù e da quella di papa Paolo Giovanni II, nonché da quella di Padre Pio. Via il nome anche dalla targa installata in memoria del carabiniere medaglia d’argento al valor militare Antonio Lettera.
Di Santo insomma era dappertutto, in primis sulle testimonianze di carattere religioso e oggi non c’è più.
Di Santo: “Vergogna, non cancellerete la storia!”
“ Sono sconcertato – commenta l’ex sindaco – è un vero e proprio atto vandalico compiuto contro la persona e non contro il politico. Non esiste nulla che vieti l’apposizione del proprio nome e anzi ritengo – aggiunge – che sia anche giusto, visto che i cittadini devono avere la possibilità di risalire al periodo storico in cui sono state realizzate determinate opere”.
Di Santo, noto alla cronaca per aver patteggiato anni fa una pena per il ” famoso” bracciale Tennis chiesto ad un imprenditore, annuncia che si è già rivolto ad un avvocato per valutare un’eventuale denuncia, trovando gravissimo quanto accaduto. L’ex sindaco chiede anche come mai non sia stato tolto il nome dell’ex sindaco Vincenzo Legnante dalla targa apposta all’esterno del cimitero. Legnante risulta presente solo su una targa fatta installare da lui negli anni 70 insieme ad altre che ospitano alcuni versi di Ugo Foscolo.
Dell’ Aversana: “Idea rozza delle religioni”
Dal suo canto, il primo cittadino Dell’Aversana motiva così la scelta: “ La ristrutturazione delle lapidi marmoree non è una questione personale contro qualcuno, ma una forte operazione culturale. Ogni intervento pubblico deve essere ricordato come lavoro di un’ amministrazione comunale che opera con i soldi pubblici nell’interesse della collettività. Al Comune poi- aggiunge- tali lavori risultano per la quasi totalità debiti senza copertura finanziaria”. Dell’Aversana si sofferma sulle numerose statue di carattere religioso. “La presenza ossessiva dei santi in ogni spazio pubblico, denota una visione della religione abbastanza rozza e se poi questi santi stanno anche a ricordare un debito per la comunità, se ne offende perfino la santità”.
Di Santo ha accolto con particolare disapprovazione la rimozione del suo nome dalla targa in memoria del carabiniere Lettera. “È assurdo – commenta- organizzammo una bellissima manifestazione ed é scandaloso che si sia agito così barbaramente, offendendo un momento tanto importante per la comunità”.