Due persone tratte in arresto per concorso in estorsione aggravata ai danni di un minore, che ha consegnato sotto minaccia 60 mila euro.
Nella mattinata odierna, i carabinieri della stazione carabinieri di Teano, hanno dato esecuzione
all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di
Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Umberto Loffredo di 36 anni e Luigi Carderopoli di 41 anni, ritenuti
responsabili di concorso in estorsione continuata, delitto aggravato dall’aver cagionato alla persona offesa un
danno patrimoniale di rilevante gravità.
60 mila euro dalla soffitta agli estorsori
Il provvedimento è scaturito da una complessa indagine avviata nel mese di novembre del 2017 e diretta dalla
Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, originata dalla denuncia sporta da un minore, nei confronti del quale sarebbero state perpetrate minacce. Il ragazzo è stato costretto al versamento di una somma di denaro per non essere accusato della cessione – in realtà mai avvenuta – di un modesto quantitativo di hashish.
Il minore, spaventato delle possibili conseguenze penali e sapendo che i genitori custodivano in soffitta una
somma di denaro contante destinata all’acquisto di un locale commerciale, ha consegnato agli
indagati denaro contante per due tranche di 1.900 euro ciascuna e poi successive rate per un importo di 60 mila euro. Le somme sono state riscosse presso l’istituto scolastico frequentato dal minore.
Minacce di morte al minore e a sua madre
La dinamica criminale veniva acclarata anche attraverso i riscontri tratti dalle intercettazioni esperite a
seguito della denuncia, attività tecnica che permetteva di corroborare le dichiarazioni della vittima ed attribuire
le responsabilità agli indagati, oggi tratti in arresto.
Le richieste di denaro, secondo quanto emerso dall’intera attività d’indagine, venivano avanzate ai
danni della vittima, approfittando della sua inesperienza e giovane età, mediante una serie di continue
intimidazioni, consistite nel minacciare di riferire al padre che facesse uso di sostanze stupefacenti, nel
minacciarlo di morte, nel manifestare l’intenzione di rivolgersi – per la riscossione dell’inesistente debito – a
criminali di maggiore spessore dediti ad azioni violente, nel prospettare l’attivazione dell’intervento degli
assistenti sociali allo scopo di allontanare il ragazzo dal nucleo familiare e, in particolare, separarlo della sorella
minore e, infine, nell’intimazione di nuocere all’incolumità fisica alla madre.