Far rinascere la Balzana, renderla di nuovo il motore trainante dell’economia locale di Santa Maria la Fossa ed uno dei più importanti della provincia di Caserta. Un obiettivo ambizioso perché l’azienda ex Cirio, confiscata alla camorra ha un’estensione di circa 200 ettari di terreno oltre a 10 ville bifamiliari e circa 10 immobili produttivi.
Beni confiscati in Campania: tavolo istituzionale per la Balzana
Per riuscire a recuperare un’rea così imponente serve anche l’aiuto del governo per questo giovedì a Santa Maria la Fossa, all’interno del centro Pio La Torre, altro bene confiscato a Francesco Schiavone detto Sandokan e riconvertito in centro di educazione ambientale, si terrà un tavolo istituzionale promosso da Agrorinasce a cui parteciperà il ministro per il Sud Barbara Lezzi ed il sottosegretario alle Politiche agricole, Alessandra Pesce ed il presidente della commissione bicamerale di inchiesta sulle mafie, Nicola Morra. Il tavolo ha la funzione di mettere in rete le varie realtà istituzionali del territorio con il governo centrale, creando così una sinergia fondamentale per avviare l’opera di riqualifica di un’azienda il cui recupero è stato bloccato a causa di un allungamento dei tempi per la confisca definitiva, avvenuta solo a maggio del 2017. In questo momento l’idea sviluppata da Agrorinasce, agenzia per l’innovazione, lo sviluppo e la sicurezza del territorio è quella di non snaturare la vocazione agricola della Balzana, che in passato ha ospitato colonie di agricoltori e poi la Cirio. Ecco perché il progetto prevede di creare un parco agroalimentare dei prodotti tipici della Campania, concentrando nel borgo agricolo e nei 200 ettari di terreno circostanti tutte le produzioni tipiche campane come: il grano, i pomodori, prodotti ortivi, ortofrutticoli e vigneti a cui aggiunge anche l’allevamento bufalino, vero e proprio fiore all’occhiello dell basso Volturno e del casertano.
Nel casertano formazione e lavoro
Recuperare la Balzana non significa solo dare un nuovo impulso economico al territorio, ma anche creare nuovi posto di lavoro e occasioni di crescita per i giovani, dato che con la riqualifica delle ville bifamiliari si potrebbe trasferire sul territorio fossataro il distaccamento dell’istituto agrario già presente nella vicina Casal di Principe, ma anche centri per la formazione professionale, attività ricettive e commerciali per il turismo rurale e lo sport. “Siamo onorati della presenza di ministri e rappresentanti del governo centrale, ancora di più perché parliamo di uno dei beni confiscati più importanti d’Italia” dice l’amministratore delegato di Agrorinasce Giovanni Allucci che aggiunge: “L’incontro di domani sarà il principio di un lungo percorso di collaborazione fattiva con associazioni agricole, sindacati, imprenditori, lavoratori, istituzioni e con tutti gli attori che faranno parte della riqualifica della Balzana”. Riuscire a dialogare con tutti in questo momento di avvio delle attività è quantomai fondamentale, ecco perché “Agrorinasce ha provveduto già a contattare tutte le associazioni agricole della provincia di Caserta e l’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania” fa sapere Allucci che conclude: “Abbiamo anche avviato l’analisi ed il campionamento delle falde acquifere e dei terreni in collaborazione la Regione e l’Arpac, Centro di ricerche universitario Ciram ed il dipartimento di Agraria per i terreni agricoli. Un’opera di preparazione che è stata portata avanti in questi anni, in collaborazione con il comune di Santa Maria la Fossa, e che nel 2016 ha visto la promozione di un bando di pubblico interesse rivolto ad allevatori e agricoltori dell’area. In 21 hanno risposto al bando partecipando al primo ripopolamento della Balzana, oltre ad operare una prima opera di pulizia dei terreni e la produzione di foraggio per gli animali.