La giornata mondiale contro la violenza sulle donna aiuta a riflettere ma la battaglia deve continuare ogni giorno. Lo hanno capito gli studenti del Liceo Garofano di Capua che nel loro giornalino di Istituto ne hanno scritto, interrogandosi su molti aspetti spesso taciuti.
Ma tu ce la fai a sostenere quello sguardo supplichevole? Quegli occhi gonfi, arrossati dalle lacrime, che ti pregano di lasciarla stare? Riesci ad osservarla mentre si chiude a riccio, portando le ginocchia al petto, rifugiandosi in un angolino della casa, sperando di scomparire? Non hai idea di come si senta lei, quando tu, uomo, ti avvicini con quell’aria feroce e quell’espressione meschina. Non sai quanto fortemente spera che tu ti calmi e te ne vada, eppure non lo fai mai, ed ogni giorno termina con un altro livido. E dopo? Dopo che l’hai usata come capro espiatorio, sfogando su di lei la tua ira, lo sai cosa prova? Immaginala mentre si guarda allo specchio e in lei nasce un odio profondo verso te, ma soprattutto verso se stessa, perché tu la fai sentire inadatta, sbagliata, inferiore. Poi si sofferma su ogni singola cicatrice, e ricorda perfettamente l’origine di ognuna di esse, tutte hanno una storia diversa ma lo stesso finale. In quel riflesso rivede una donna in gabbia, che vorrebbe uscire e spiegare le ali che le sono state tappate, ma non può farlo. Per colpa tua, uomo. Per colpa tua è bloccata in un inferno sulla terra, dal quale non vede via di uscita. Ora immagina i due ruoli inversi, come ti sentiresti tu?
Purtroppo ancora oggi la violenza sulle donne è una realtà fin troppo vivida, e la lotta contro di essa da molti è considerata esclusivamente femminile. Sembra che gli uomini si dimentichino che siamo tutti al mondo grazie ad una donna, che hanno donne nelle loro vite che meritano di essere rispettate e amate in quanto esseri umani, e che come chiunque hanno il diritto di dire NO. Dunque questa è una guerra che riguarda tutti noi, una lotta collettiva!
Ma vi siete mai chiesti quale sia il problema di fondo? Pensiamo che l’uomo abbia questa visione distorta della donna, come se fosse qualcosa di proprio, da poter possedere proprio come si possiede un oggetto. Un qualcosa che nessuno può toglierti, che non ha libertà di scelta. Siamo nel 2020, e parliamo di progresso mentre molti continuano a sostenere che una donna non sia pari all’uomo: le donne vengono violentate, prevaricate, uccise, nei secoli costrette al silenzio, alla mancanza di istruzione, alla sottomissione, alle umiliazioni, al vedersi trattare come un corpo da sfruttare. Deve arrivare il giorno in cui la sensibilità di una donna venga considerata un punto di forza, non una debolezza, ed il suo corpo esile come qualcosa da proteggere, non da abusare.
A cura del Giornale di Istituto del Garofano di Capua