di Veronica Vicario– Ai minorenni, la Legge comanda di non vendere alcolici ma la maggior parte dei gestori non chiede la carta di identità. I controlli sono però ancora pochissimi rispetto al dilagante fenomeno.
Ai minorenni non può essere somministrato alcol. lo sanno tutti ma per quasi tutti è una regola che in fondo può essere bypassata. Basta girare per i locali di Aversa e Caserta ma anche dei Comuni più piccoli sia del Casertano che del Napoletano per avere la conferma che quasi nessuno chiede la carta di identità se c’è da vendere una birra, un bicchiere di vino o peggio ancora dei superalcolici.
A Pozzuoli, un gestore di un bar del centro storico è stato multato e denunciato
E’ una questione di ‘cicchetti’ che a Pozzuoli, in provincia di Napoli, è costata la denuncia ad un gestore di un bar del centro storico, sorpreso dalla polizia municipale a somministrare a due ragazze minorenni, rispettivamente di 15 e 16 anni, una bevanda alcolica. L’uomo, che è stato colto in flagrante da agenti in borghese che si erano finti avventori, ha ricevuto una sanzione pecuniaria, oltre alla denuncia per violazione dell’articolo 689 del codice penale. In caso di recidiva può scattare anche l’arresto. Le due ragazze fermate dagli agenti della polizia municipale sono state identificate e riaffidate ai rispettivi genitori.
A tutela
Si tratta di norme e controlli a tutela dei giovani. I ricercatori hanno riscontrato che più presto inizia il consumo, più alto è il rischio di dipendenza all’alcol nel tempo e questo perché gli adolescenti sono ancora in una fase di sviluppo fisico. Non è mero proibizionismo ma una politica di controllo e di tutela della salute dei ragazzi. Bere un drink o una birra, viene in alcuni casi fatto passare come un rito di iniziazione per entrare nel mondo degli adulti.