di Tina Cioffo- Nel giorno dell’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di don Giuseppe Diana, parla la mamma, Iolanda Di Tella, ricordando il figlio ed il prete.
“La fotografia è un pezzo di carta, mio figlio ce l’ho nel cuore e non si toglie mai”.
E’ la voce di una mamma che parla, una madre che non può dimenticare il dolore di un figlio strappatole dalla violenza criminale della camorra. il figlio era don Giuseppe Diana e la mamma è Jolanda Di Tella, l’anziana donna che da 25 anni continua a parlare con giovani, volontari, giornalisti, intellettuali, politici e prefetti. Ha sempre accolto tutti e continua a farlo mettendo in ordine pensieri e ricordi più cari mai confessati (vedi video).
Don Diana, amico e figlio
“Quando stava con i giovani non conosceva orari e quando era il momento di pranzare non esitava un solo attimo a portarli tutti a casa. A volte capitava che litigassimo ma passava pochissimo tempo prima di far pace. Mi chiamava dalla parrocchia solo per dirmi: mamma io ti amo”, rammenta Iolanda, riavvolgendo il filo della memoria e tracciando il profilo umano del sacerdote che fu ucciso il 19 marzo del 1994, nella sua parrocchia lungo il corridoio che lo avrebbe poi portato nella navata centrale e verso l’altare per celebrare la messa delle 7,30. I suoi passi vennero fermati dal killer della camorra ed il suo sangue versato sul pavimento, davanti agli occhi di Augusto Di Meo, testimone dell’omicidio.
“Augusto da quel momento fa parte della nostra famiglia, non esitò a riconoscere l’assassino di mio figlio. Gliene mostrarono tanti di volti ma lui era certo ed indico chi tolse la vita a Peppe“, dice Iolanda recuperando nella voce quel tono duro che non nasconde ancora un pò di rabbia per quel tragico giorno. Sono trascorsi 25 anni ma non sono bastati al testimone oculare per essere riconosciuto testimone di giustizia.
“I preti ebbero paura”
Quel pavimento sul quale don Giuseppe Diana versò il suo sangue, colpito dal killer, non esiste più. I lavori di ristrutturazione di quell’angolo di chiesa ne hanno totalmente cambiato l’aspetto, pur segnandolo con pannelli e fotografie. “I preti, quando fu ucciso mio figlio ebbero paura ed io, il loro timore lo capivo tutto, perché mio figlio fu ammazzato in chiesa, nella sua parrocchia, dove i sacerdoti si sentono al sicuro”, dice Iolanda che in 25 anni ha rivisto solo alcuni di quei preti che con don Diana condividevano il sacerdozio. La timida reazione della Diocesi di Aversa, così come ha recentemente confessato anche il vescovo Angelo Spinillo, è stata a lungo discussa.
Papa Giovanni e Papa Francesco per don Giuseppe Diana
Il giorno dopo l’omicidio, Papa Giovanni Paolo II durante l’Angelus, disse: “Voglia il Signore far sì che il sacrificio di questo suo ministro, evangelico chicco di grano caduto nella terra, produca frutti di piena conversione, di operosa concordia, di solidarietà e di pace“. Il 20 marzo del 2014, a 20 anni dall’omicidio, papa Francesco indossò la stola di don Giuseppe Diana prima di benedire tutti i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata, durante la veglia che organizzò l’associazione Libera, con il suo presidente don Luigi Ciotti. Il 19 marzo a Casal di Principe, nel nome di don Giuseppe Diana verranno anche ricordati le tante vittime innocenti della camorra che non hanno ancora trovato pace né giustizia.
A 37anni dall’ordinazione sacerdotale
Oggi, 14 marzo 2019, dopo 37 anni da quel giorno del 1982, in cui Giuseppe Diana divenne sacerdote sarà ricordata la sua ordinazione sacerdotale, nella cattedrale di Aversa con il vescovo Angelo Spinillo. L’invito del vescovo Spinillo è fare memoria del sacerdote che ha vissuto il suo ministero fino alla morte. E alla chiesa, il prete casalese della parrocchia San Nicola di Bari, donò davvero se stesso determinando anche un riscatto sociale senza precedenti. La sua tragica morte divenne infatti, uno spartiacque senza paragoni e da allora tante sono state le iniziative organizzate dal mondo scout e dal mondo del volontariato e quest’anno anche dalle istituzioni con i sindaci della provincia di Caserta, in prima linea.