Da Casapesenna a Pontevico: “Pasquale Zagaria, imprenditore incompreso”.

La scarcerazione di Pasquale Zagaria continua a far discutere ed intanto si divide anche la comunità di Pontevico dove trascorrerà i prossimi cinque mesi ai domiciliari insieme alla famiglia. Alcuni cittadini ne parlano come di un imprenditore incompreso.

Cosa abbia determinato la misura dei domiciliari per Pasquale Zagaria, condannato per camorra perché appartenente al clan dei Casalesi a Casapesenna, lo si capirà presto. Posizioni, documenti e decisioni mancate, in ritardo o erronee sono già all’esame. Quello che non si comprenderà subito è il danno che la decisione di scarcerare Zagaria ha provocato e non solo a Casapesenna, a Casal di Principe o più in generale in provincia di Caserta ma a Pontevico. Nella cittadina in provincia di Brescia, dove secondo il giudice Zagaria dovrebbe trascorrere i prossimi cinque mesi, una parte della comunità lo ha già accolto come “un imprenditore incompreso che non ha mai fatto male a nessuno”. Cosa significa? Vuol dire che Pasquale Zagaria non essendo percepito come il criminale in carcere per avere estorto, inquinato e contribuito con il finanziamento alle casse del clan alla morte di tanti innocenti, potrebbe avere spazio e tempo per infiltrarsi in quel tessuto sociale. Gli allarmi di magistrati napoletani, giornalisti e di una parte della società civile campana non sono campati in aria.

Pontevico si interroga

“Ma proprio nel mio paesello lo dovevano mandare?”, dice qualcun altro ed i commenti rivelano una comunità divisa: ci sono coloro che gli danno il benvenuto perché probabilmente già conoscono da tempo la moglie Francesca Linetti e le figlie; coloro che non si pongono minimamente il problema ed altri che tentano di mostrare un minimo di dissenso. Ed ecco che Pontevico non appare poi così tanto lontana. Ai cittadini va spiegato che Pasquale Zagaria non è un imprenditore incompreso ma è un criminale che sta scontando la sua pena per aver violato le leggi dello Stato e che fino a questo momento non ha mai preso le distanze dal clan dei Casalesi. Non lo ha fatto lui, non lo ha fatto il fratello Michele in carcere con un fine pena mai, non lo hanno fatto gli altri due fratelli Antonio e Carmine che fuori dal carcere ci sono già da un po’ e le cognate. Non le sorelle, Elvira, Gesualda e Beatrice o i nipoti e le consorti dei nipoti. E nemmeno Francesca Linetti, la moglie 44enne di Pasquale Zagaria che a Pontevico ci vive da anni visto che il suo paese di origine. A Pontevico, Zagaria prima che entrasse in carcere c’era già stato. Alla Linetti, Chicca per gli amici, la conoscono in molti “perché suo padre vendeva scarpe”, scrivono alcuni conoscenti sui social per condividere informazioni e forse anche per disinnescare qualche preoccupazione. In fondo normalizzarne la figura, sua e di suo marito, allontana la paura. Gli escamotage non cambiano però i fatti. Se c’è qualcuno che tenta di esprimere perplessità e che teme sulle potenziali ricadute nella cittadina, specie tra i più giovani, arriva subito il commento che distrae.

E poi c’è la rete

I danni della scarcerazione si capiranno e non subito perché è impossibile controllare la rete di contatti che Zagaria avrebbe potuto già attivare con un semplice click attraverso social ed internet: la grande piazza raggiungibile ovunque e dove si può sapere tutto di tutti. Di quelli che ti sono amici, di chi si è allontanato e di chi è dichiaratamente tuo nemico. Al di là delle intenzioni di Pasquale Zagaria, che potrebbero essere cambiate con un pentimento generale e profondo, la pressione psicologica cui sono sottoposti gli imprenditori vessati dal clan dei Casalesi e che non hanno ancora avuto il tempo necessario per risanare le ferite, si è nuovamente acuita.

Tina Cioffo

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