“Non riceviamo lo stipendio da mesi, oramai non sappiamo più come andare avanti”. La crisi della Oma Sud, azienda del settore aeronautico di stanza a Capua, nel casertano, sta mettendo in ginocchio i lavoratori. Il presidio dei dipendenti continua, ma al momento “non c’è alcuna prospettiva per il futuro”.
La crisi di Oma Sud ed il futuro incerto
Oltre agli stipendi non pagati da fine i dipendenti in picchetto dinanzi ai cancelli dell’azienda chiedono: “Prospettive per il futuro”. La crisi di Oma Sud, azienda con 120 dipendenti, dura oramai da anni ma la soluzione non è stata ancora trovata. “Attualmente non vediamo nulla di positivo, la proprietà è latitante, non abbiamo contatti diretti con loro” fa sapere uno degli operai. “Non ci sono piano industriali che ci possano far sperare bene per il futuro” aggiungono. Ed è proprio quest’ultima la preoccupazione maggiore. “Stiamo stringendo la cinghia il più possibile, ma non si può andare avanti in questo modo” fa sapere un altro operaio.
La proprietà e le promesse disattese
La proprietà di Valter Proietti, secondo quanto fa sapere il delegato Fiom di Caserta, Lorenzo Notarnicola ha oramai esaurito “tutti gli ammortizzatori sociali possibili”. Da qui la crisi è diventata ancora più profonda. “Il patron ci aveva detto di avere 107 mila euro a disposizione, per pagare gli stipendi, allo stesso tempo ha detto che aveva i conti bloccati” dice uno dei dipendenti in presidio. Oramai chi lavora per Oma Sud, attualmente in ferie forzata, non crede più alle parole e non vede un futuro roseo davanti a se.
La genesi della crisi
L’azienda ha creato le sue fortune grazie alla produzione per l’ex Alenia, ora Leonardo, di pezzi per aerei. Negli anni si è consolidata sempre di più in questo settore, ricevendo numerose commesse che davano lavoro a centinaia di operai. La svolta, in negativo, c’è stata quando l’azienda ha deciso di cominciare a produrre autonomamente degli arei da 5 posti di fascia alta. Il budget per la costruzione lo ha attinto dai fondi previsti dalla legge 808 dell’85, costruendo tre prototipi. Uno solo di questi prototipi però è stato venduto in India, ma durante il viaggio di ritorno ha subito dei danni finendo il suo volo in Egitto. Ora la proprietà, che non ha ancora incassato tutti i soldi dei finanziamenti, starebbe pensando di vendere l’azienda. La Fiom solo due settimane fa, attraverso la prefettura di Caserta, ha chiesto l’apertura di un tavolo al Mise per negoziare un eventuale passaggio di proprietà.